Delegazione Corea Esperienze coreane |
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Da circa tre mesi si è aperto, in una zona periferica della diocesi di Uijeonbu, un nuovo ufficio di consulenza e aiuto per le famiglie internazionali-multiculturali coreane. Io mi sono inserita in esso insieme a sr Lucia Olalia, Pastorella, e ad altre tre suore di altre Congregazioni. |
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sr Rosaria, sr Anna, sr Giuseppina, sr Lucia, sr Susy |
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E' questa un'esperienza di comunità intercongregazionale nata dall'interpellanza, di circa quattro anni fa, di quello che è il corrispondente dell'USMI nazionale coreano alle Superiore Maggiori delle Congregazioni presenti in Corea. Tre Congregazioni pioniere, tra le quali la nostra, abbiamo risposto positivamente all'appello ed è stato aperto un ufficio nella diocesi di Incheon. Dopo circa tre anni altre quattro Congregazioni si sono unite all'esperienza, e per questo è sorta la necessità e la possibilità di aprire un nuovo centro in un'altra diocesi, con una finalità diversa: invece dei lavoratoti immigrati, le famiglie internazionali, multiculturali. |
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Naturalmente sono comprensibili i problemi derivanti dalla diversità della cultura, della lingua (le ragazze arrivano in Corea scelte solo dal marito e senza conoscere una sola parola di coreano), e con i conflitti generazionali non solo con il marito, ma spesso anche con i suoceri. |
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Ad esempio stiamo preparando degli incontri per le famiglie al completo (mariti, mogli, figli, suoceri...) gestiti insieme ad alcune ambasciate e con persone competenti, per presentare e quindi far conoscere le culture della Cambogia, del Vietnam, delle Filippine e della Corea. Pensiamo che la conoscenza possa aiutare a comprendersi di più, a venirsi incontro e a far diminuire i conflitti derivanti dalla non conoscenza o dall'indifferenza nei confronti della cultura dell' "altro". Un altro progetto è un campo-scuola di due giorni sempre con le famiglie al completo, e poi degli incontri di formazione periodici per le persone che fanno volontariato da noi. |
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Per quanto mi riguarda, ho un'altra esperienza molto particolare da raccontare. Circa un mese fa ho fatto visita al carcere di Daejeon, una città vicina a Seoul, insieme a sr Lucia, che lavora per questo già da qualche anno. Nel carcere abbiamo incontrato due detenuti: un nigeriano e un tailandese. Per me è stata un'esperienza che mi stringe il cuore anche solo a ripensarci... Vedere questi detenuti da dietro un vetro spessissimo, poter comunicare con loro attraverso un microfono, che si apre e si chiude comandato da altri, solo per 10 minuti. Pensare che staranno lì per anni... e uno di loro giovanissimo, appena ventisettenne, per tutta la vita... Si è rovinato per tutta la vita per un momento di rabbia feroce... A guardarlo mi veniva di pensare: ha un viso così dolce, pacato.... come è possibile che abbia addirittura ucciso.....!! Eppure è quella la realtà! Allora non resta che pregare per lui o meglio per tutti i carcerati perché possano cambiare la loro vita!
Da come descritto il lavoro al centro è molto vario, anche se solo all'inizio. Altre volte vi racconterò altre "esperienze coreane", mie o di altre sorelle che lavorano nello stesso settore o in parrocchia. Dunque arrivederci!!!! sr Rosaria Longobardi, sjbp |
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