Delegazione Corea

Esperienze coreane

 

Da circa tre mesi si è aperto, in una zona periferica della diocesi di Uijeonbu, un nuovo ufficio di consulenza e aiuto per le famiglie internazionali-multiculturali coreane. Io mi sono inserita in esso insieme a sr Lucia Olalia, Pastorella, e ad altre tre suore di altre Congregazioni.

sr Rosaria, sr Anna, sr Giuseppina, sr Lucia, sr Susy

 

E' questa un'esperienza di comunità intercongregazionale nata dall'interpellanza, di circa quattro anni fa, di quello che è il corrispondente dell'USMI nazionale coreano alle Superiore Maggiori delle Congregazioni presenti in Corea. Tre Congregazioni pioniere, tra le quali la nostra, abbiamo risposto positivamente all'appello ed è stato aperto un ufficio nella diocesi di Incheon. Dopo circa tre anni altre quattro Congregazioni si sono unite all'esperienza, e per questo è sorta la necessità e la possibilità di aprire un nuovo centro in un'altra diocesi, con una finalità diversa: invece dei lavoratoti immigrati, le famiglie internazionali, multiculturali.

 

Per famiglie multiculturali si intendono in genere le famiglie composte dal marito coreano, spesso di età superiore ai 45-50 anni (che non trova moglie in Corea o perché contadino o perché divorziato più volte e/o con genitori molto anziani...) e dalla moglie, straniera proveniente da alcune nazioni povere dell'Asia, quali il Vietnam, la Cambogia, la Cina, le Filippine... e di età compresa tra 20-25 anni.

sr Anna con alcune straniere

 

Naturalmente sono comprensibili i problemi derivanti dalla diversità della cultura, della lingua (le ragazze arrivano in Corea scelte solo dal marito e senza conoscere una sola parola di coreano), e con i conflitti generazionali non solo con il marito, ma spesso anche con i suoceri.

 

Pranzo con il cibo cucinato dalle straniere

Il servizio nel centro è ancora agli inizi, ma giorno dopo giorno si vedono i piccoli cambiamenti: le giovani signore vengono da noi per imparare un po' di coreano e a cucinare i piatti tipici coreani; a volte qualche famiglia viene per avere aiuto psicologico, qualche consiglio su come comportarsi con la moglie o con il marito, o con i figli adolescenti in crisi o con qualche problema... Insomma il lavoro è vario e le idee che stiamo mettendo in cantiere tante.

 

Ad esempio stiamo preparando degli incontri per le famiglie al completo (mariti, mogli, figli, suoceri...) gestiti insieme ad alcune ambasciate e con persone competenti, per presentare e quindi far conoscere le culture della Cambogia, del Vietnam, delle Filippine e della Corea. Pensiamo che la conoscenza possa aiutare a comprendersi di più, a venirsi incontro e a far diminuire i conflitti derivanti dalla non conoscenza o dall'indifferenza nei confronti della cultura dell' "altro". Un altro progetto è un campo-scuola di due giorni sempre con le famiglie al completo, e poi degli incontri di formazione periodici per le persone che fanno volontariato da noi.

 

Presto si aprirà anche a casa nostra un centro, che verrà gestito in tutto dalla nostra Congregazione. Naturalmente per fare tutto questo occorrono soldi perché tutto possa essere gratuito per i partecipanti; ed è per questo che cerchiamo e contiamo sull'aiuto di benefattori grandi e piccoli, ad esempio ci sono alcune persone che versano mensilmente nel nostro conto anche solo 10.000 Won (circa sette euro). Tutto contribuisce ad aiutarci!  Gesù nel Vangelo parla dei due spiccioli della vedova...  

Suore del centro con un benefattore

 

Per quanto mi riguarda, ho un'altra esperienza molto particolare da raccontare. Circa un mese fa ho fatto visita al carcere di Daejeon, una città vicina a Seoul, insieme a sr Lucia, che lavora per questo già da qualche anno. Nel carcere abbiamo incontrato due detenuti: un nigeriano e un tailandese. Per me è stata un'esperienza che mi stringe il cuore anche solo a ripensarci... Vedere questi detenuti da dietro un vetro spessissimo, poter comunicare con loro attraverso un microfono, che si apre e si chiude comandato da altri, solo per 10 minuti. Pensare che staranno lì per anni... e uno di loro giovanissimo, appena ventisettenne, per tutta la vita... Si è rovinato per tutta la vita per un momento di rabbia feroce... A guardarlo mi veniva di pensare: ha un viso così dolce, pacato.... come è possibile che abbia addirittura ucciso.....!! Eppure è quella la realtà! Allora non resta che pregare per lui o meglio per tutti i carcerati perché possano cambiare la loro vita!

 

Da come descritto il lavoro al centro è molto vario, anche se solo all'inizio. Altre volte vi racconterò altre "esperienze coreane", mie o di altre sorelle che lavorano nello stesso settore o in parrocchia. Dunque arrivederci!!!!

 sr Rosaria Longobardi, sjbp