Casa Generalizia Festa di Gesù Buon Pastore a Roma |
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Come di consueto, noi Pastorelle residenti in Roma e dintorni abbiamo celebrato la Solennità di Gesù buon Pastore insieme alla Famiglia Paolina. Ci siamo radunati nella Cripta del Santuario Regina Apostolorum, domenica 3 maggio 2009, per rendere grazie al Padre per il dono del suo Figlio, e per pregare come dice la preghiera di Colletta: “Padre… raduna gli uomini dispersi nell'unità di una sola famiglia, perché aderendo a Cristo buon Pastore gustino la gioia di essere tuoi figli”. |
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Sr Marta Finotelli, superiora generale, nell’Introduzione – facendo eco del messaggio del Papa Benedetto XVI per la Giornata Mondiale di Preghiera per le Vocazioni – ci ha motivato con queste parole: |
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“Siamo qui perché abbiamo fiducia nell’iniziativa di Dio, crediamo nel suo amore; nell’eccesso del suo amore per noi, un amore che è principio della conoscenza. Egli ci conosce e ci chiama per nome, ci ama per primo e gratuitamente. E noi, nella grazia dello Spirito Santo, possiamo dare la nostra umana risposta. Anche noi possiamo vivere insieme nella Chiesa, come comunità fraterna, perché siamo amati e chiamati ad amare, con la stessa gratuità, i nostri fratelli e le nostre sorelle. Solo l’amore ci consente di conoscere in profondità, solo gli occhi dell’amore conoscono le pieghe nascoste della vita e della storia, solo chi ama conosce il cuore delle persone, il segreto mistero che Dio ha posto in ogni suo figlio. Gesù buon Pastore ci insegna a partire dall’amore per poter conoscere e servire l’umanità del nostro tempo.” |
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ñL'assemblea segue con attenzione la proclamazione della Parola.ò |
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- Gesù pietra angolare. Nella ricerca di ciò che può dare consistenza alla nostra esistenza è importante guardare a Pietro mentre afferma con forza che al di fuori di questa Roccia non c’è nessuno in cui possiamo trovare salvezza.
- Siamo figli di Dio! Possiamo avvicinarci a Dio con questa familiarità che risveglia una profonda fiducia nel Padre, fondamento della fraternità. Inoltre sottolineava come la nostra giornata può cambiare se la iniziamo dicendo a noi stessi: “Quale grande amore ci ha dato il Padre per essere chiamati figli di Dio, e lo siamo realmente!” (1Gv 3,1)
- Il Buon Pastore. “Il buon pastore dà la vita per le pecore… il Padre mi ama perché io do la mia vita…” (Gv 10,11.17). Siamo oggetto dell’amore del Padre e di Gesù, che dà la vita per noi. Lo sguardo di Dio per noi è personale, unico, irrepetibile. Essere “pecora” non è essere massa, ma essere se stessi sotto lo sguardo del Padre, anche nella sofferenza. Se il Pastore è con noi abbiamo la sicurezza di non essere né soli né abbandonati. Se ci riconosciamo pecore malate e bisognose di guarigione possiamo avere la consapevolezza di essere da Lui risanati, guariti. Lasciamoci toccare dallo sguardo di Dio Padre e cresciamo nella sensibilità alla Sua voce che ci chiama per nome.
L’augurio di don Angelo per noi prendendo spunto dal pensiero del nostro Fondatore, il Beato Giacomo Alberione: “Quale deve essere il pensiero della Pastorella? Salvare le anime. Quest'amore è il suo distintivo. La suora Pastorella dev'essere un'anima consacrata per le anime. (…) Dite al Signore: «Fammi amare le anime come tu le hai amate; dammi anime e toglimi il resto, non cerco onore, stima, ma le anime cerco».” (PrP I, 1950, p. 118) |
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Il pane e il vino sono stati portati all’altare da due sorelle, che rappresentavano le più giovani e le più anziane della Congregazione, l’intera Congregazione, la comunione tra le generazioni e la nostra presenza continua nella Chiesa per un servizio gratuito ai fratelli.
Hanno concelebrato numerosi sacerdoti Paolini. L’animazione dei canti ci ha aiutato a pregare favorendo la partecipazione gioiosa di tutti. |
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Il Signore accolga la nostra rinnovata disponibilità, affinché possiamo rivelare il volto dell’Amore all’umanità intera.
Suore Pastorelle - Roma |
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