Italia

Pellegrinaggio Diocesano in Turchia

 

Si è svolto dal 10 al 19 ottobre 2008 un pellegrinaggio in Turchia, la terra che ha dato i natali all’apostolo Paolo. E’ proprio sui passi dell’Apostolo delle Genti che il Centro Diocesano del turismo, tempo libero e pellegrinaggi della Diocesi di Albano ha organizzato il viaggio, in sintonia con tutta la Chiesa, che vive questo 2008-2009 come centenario della nascita di Paolo, indetto dal Papa, al quale ha partecipato un discreto numero di fedeli della Diocesi. Ha fatto parte del gruppo anche l’intera comunità delle Pastorelle di Tor San Lorenzo.

 

Il gruppo è stato accompagnato da Ahmet Tuna Dural, un giovane nativo di Ankara, persona competente per la parte culturale e archeologica della Turchia, oltre che entusiasta per la sua professione, e dal Vicario Episcopale don Franco Marando che ha curato la parte spirituale. Ahmet è un giovane musulmano, che si è dimostrato rispettosissimo degli interventi di don Franco e dei momenti di preghiera vissuti dal gruppo, ha saputo inoltre rapportarsi con simpatia con ognuno. L’organizzazione tecnica è stata curata dall’Agenzia Eteria dei Padri Cappuccini di Parma. Gli interventi di don Franco si sono dimostrati sempre puntuali e ben collocati secondo i siti visitati.

 

Particolare attenzione è stata riservata alla presentazione e lettura di brani dei Padri della Chiesa, i Padri Cappadoci, che nella terra di Turchia hanno esercitato il loro ministero, dando testimonianza talvolta offrendo la vita con il martirio: Basilio il Grande (330-379) metropolita della Cappadocia; Gregorio di Nazianzo (330-390); Gregorio di Nissa (335-394); il santo padre Anfilochio, vescovo di Iconio (395), l’evangelista San Luca, sant’Ignazio, san Giovanni Crisostomo, nativi di Antiochia e san Policarpo, vescovo di Smirne.

 

I Padri Cappadoci

 

Abbiamo avuto la possibilità di celebrare la Santa Messa a Iconio, nella Chiesa dedicata a San Paolo, a Iskenderun, a Tarso, città natale di San Paolo, nella cattedrale di Istanbul, ma abbiamo celebrato anche in albergo nella riservatezza, senza canti in rispetto al personale di servizio, di religione musulmana. Il pellegrinaggio è iniziato dalla costa occidentale della Turchia, a Smirne, raggiungendo poi Efeso dove abbiamo visitato il bellissimo sito archeologico e dove nella “Doppia Chiesa” abbiamo partecipato alla festa della Theotokos con la celebrazione eucaristica presieduta dal vescovo di Smirne e da Mons. Pacomio, un bel gruppo di sacerdoti e numerosi fedeli. E’ stato commovente pensare che queste stesse mura hanno accolto nel 431 i Padri del Concilio che definivano il dogma di Maria, Theotokos, Madre di Dio. Il Santo Padre, Giovanni Paolo II ebbe a ricordare nell’Enciclica Redemptoris Mater: “Il dogma della Maternità divina di Maria fu per il Concilio di Efeso ed è per la Chiesa come un suggello del dogma dell’Incarnazione, nella quale il Verbo assume realmente nell’unità della sua persona la natura umana senza annullarla”.

 

Chiesa di Santa Sofia, Istambul - Particolari

 

Abbiamo poi raggiunto Pamukkale per ammirare un paesaggio, forse unico al mondo, delle cascate pietrificate e di qui in Cappadocia, terra che ha ospitato i Padri Cappadoci. Qui abbiamo potuto ammirare le numerose chiese rupestri, ricche di affreschi, del periodo in cui la vita dei cristiani era fiorentissima. La valle con i “camini delle fate” poi, ci hanno donato di gustare le bizzarrie della natura, dove il vento e la pioggia rodono la roccia fino a farla figurare un paesaggio lunare. Abbiamo quindi raggiunto Iconio visitando e celebrando l’eucaristia nella Chiesa dedicata a San Paolo. Custodiscono la chiesa tre religiose, della comunità Gesù Risorto fondata a Tavodo (Trento). Le tre giovani rappresentano uno “scambio” di riconciliazione e di pace tra la Chiesa di Trento e le Chiese in Turchia. Avvenne che nel IV secolo il Vescovo di Trento, San Virgilio, angosciato per il dilagare del paganesimo in alcune valli trentine dell’Alta Anaunia, venne aiutato da Sant’Ambrogio, vescovo di Milano, a sua volta amico dei vescovi dell’Anatolia, a far venire in queste valli tre giovani missionari turchi: Sisinio, Martirio e Alessandro. I tre non ebbero vita facile tanto che morirono martiri, massacrati con modi brutali. La Chiesa di Trento, accogliendo la proposta dei giovani, nell’anno 2000 mandò come segno di riconciliazione e di pace, le giovani religiose che abbiamo conosciuto, mentre ad Uchisar, non distante da Iconio vivono dei giovani ragazzi missionari, della stessa comunità Gesù Risorto.

 

Il gruppo dei pellegrini a Smirne

 

l nostro viaggio è proseguito poi per Iskenderun, la moderna Alessandretta dove siamo stati ospiti nel il palazzo vescovile. Il vescovo si trovava in quei giorni a Roma per partecipare al Sinodo sulla “Parola di Dio” e le suore presenti, oltre una gustosissima cena ci hanno presentato la situazione, spesso segnata da grande sofferenza, della Chiesa in Turchia. I pochissimi cristiani presenti in città partecipano in modo ammirevole alla catechesi e alla formazione cristiana.

 

La successiva visita, Antiochia, ci ha coinvolto molto. E’ la città dove “per la prima volta i discepoli furono chiamati ‘cristiani’” (At 11,26). Qui c’è la “grotta di San Pietro”, antica chiesa di epoca crociata, oggi trasformata in museo. E’ scavata nella roccia e ci è apparsa in tutta la sua maestà. La tradizione narra che qui sia passato San Pietro e, secondo la testimonianza di Eusebio (Hist. Eccl. 3,36) e la tradizione successiva, sarebbe stato lui il primo vescovo della chiesa locale.

Il gruppo dei pellegrini ad Antiochia

 

Raggiungendo l’aeroporto di Adana, attraverso la catena dei Monti Tauri, l’aereo ci ha portati poi a Istanbul dove abbiamo trascorso gli ultimi tre giorni del nostro pellegrinaggio. In questa città abbiamo ammirato i mosaici della Chiesa-museo di San Salvatore in Chora, la Moschea Blu, la Santa Sofia, il ricchissimo museo di Solimano, il vastissimo mercato coperto. Il nostro viaggio è terminato con una mini-crociera sul Bosforo costeggiando la costa europea e la costa asiatica.

 

L’aereo della Turkish Airline ci attendeva puntuale nel pomeriggio per il ritorno a Roma, soddisfatti sia per l’immersione in una terra segnata dal sangue di numerosi martiri, ultimo don Andrea Santoro ucciso a Trebisonda, ma anche per l’amicizia che ci ha legati con grande simpatia.

 

Suor Rita Nardon sjbp

Direttore del Centro Diocesano

per il turismo, tempo libero e pellegrinaggi - Diocesi di Albano