Provincia Italia Centro Nord

Incontro di Famiglia Paolina del Triveneto

 

Come ogni anno, anche nel 2009 la Famiglia Paolina del Nord Est Italia, si è ritrovata il 25 aprile, nella comunità dei Paolini di Vicenza, per il tradizionale incontro che ha visto insieme oltre un centinaio di fratelli e sorelle rappresentanti della Società San Paolo, Figlie di San Paolo, Pie Discepole, Pastorelle, Annunziatine, Istituto S. famiglia, Gesù sacerdote, Cooperatoti Paolini. Preghiera, riflessione, celebrazione Eucaristica e convivialità  hanno ritmato la giornata.

 

 

Molto puntuali e profonde le provocazioni di P. Giorgio Vasina, dei Servi di Maria, di Monte Berico, che ha saputo catturare la nostra attenzione proponendo il tema: “Predicazione di Paolo nella Chiesa nascente, contesto culturale e politico del tempo e sfida oggi nel far crescere un cristianesimo di comunione”. Egli ha richiamato quelle caratteristiche che fanno dell’Apostolo Paolo, un uomo incarnato nel suo tempo, proiettato nel futuro, un uomo innamorato di Gesù e per questo innamorato dell’uomo; un grande comunicatore.   

 

 

Paolo è un camminatore, il viaggio l’ha educato alla essenzialità, alla docilità, alla generosità che lo porta a cercare le persone là dove si trovano. E mentre viaggia, Paolo tesse nuove amicizie, incontra persone singole, entra in dialogo con loro, coltiva amicizie profonde con uomini e donne, Timoteo, Filemone, Tecla... cerca nuovi collaboratori. Egli non conquista terre, poiché il cristiano non ha patria, terra; il suo modello è il Signore crocifisso e tutti quelli che  l’amore e il dolore fanno “pensosi”.

 

L’invito che ci viene da Paolo è di non correre per colmare la nostra vita di cose che non danno senso, ma di fermarsi per ascoltare il battito del nostro cuore. Paolo si immerge nella realtà, non fugge di fronte alla globalizzazione del suo tempo, crede con fermezza che i muri vanno demoliti, sia quelli fisici che esistenziali. Paolo bussa, apre, scrive lettere appassionate, freme di affetto per le piccole comunità cristiane, piccoli semi, piccoli alberi fioriti, fragili come siamo noi.

           

Paolo ci scuote con i suoi scritti, con la sua sollecitudine, scuote dalla tiepidezza e dalla omologazione. “Non conformatevi alla mentalità del mondo ma lasciatevi convertire il cuore…” Paolo vive dentro alle culture, lasciando e rispettando l’identità religiosa, egli ha un’anima di frontiera. Il Vangelo predicato da Paolo è quello vissuto non con la spada ma con la pace, ascoltando l’altro, gli altri. “Mai senza l’altro!” Il cristiano deve essere una persona dalle braccia aperte, tese verso l’altro. Egli rivela una grande elasticità, sa stare con gli altri, egli è stato “toccato” da Gesù e non teme di farsi “toccare” da chi incontra: “Siamo stati amorevoli come una madre… abbiamo esortato ciascuno di voi come un padre…”

 

 

“Essere s. Paolo vivo oggi”! diceva il Beato G. Alberione. I Paolini sono chiamati ad avere le antenne alte, essere esperti di comunicazione, sono chiamati a sostenere il dialogo con le culture entrando in ogni luogo che possa diventare luogo di annuncio.

 

Anche nell’omelia, P. Giorgio ricordando l’invito dei Vescovi, ha sottolineato che siamo chiamati “oggi” a prenderci cura, dei fratelli e sorelle che ogni giorno incontriamo, a fare nostro lo stile della “compassione”. Missione per Paolo è aiutare a sperimentare la compassione di Gesù, che significa prenderci cura l’uno dell’altro, non fuggire per paura di compromettersi. Non essere persone mediocri. Parlare la lingua dell’amore, facendo morire lo spirito di gelosia, di aggressività che tanto impoverisce il diario della nostra giornata. L’invito è di essere Chiesa più essenziale, snella, le cui mani benedicono, abbracciano, guariscono, si prendono cura.

 

Essere amici, amiche del Vangelo con la capacità di imporre le mani e guarire, amici che predicano una parola nuova, che varcano strade sconosciute. Imparare da Paolo che scrive a chi si sente fragile e a chi ha potere. A volte abbiamo la sensazione di essere fragili, deboli… allora benedire la nostra debolezza che ci porta a vivere la compassione e la forza della passione.

 

Nel pensiero proposto nella preghiera del Vespro, in Santuario, P. Giorgio ha invitato ad alzare lo sguardo a santa Maria, Madre della Misericordia, della fiducia, della grazia. Il suo volto dona serenità, speranza. Ciò che colpisce di questa immagine è il manto sotto cui stanno otto persone, segno della totalità, della pienezza. Lì c’è la nostra storia, ci siamo noi e tutte le persone che vogliamo raccomandare alla sua materna intercessione.

 

La vergine di Monte Berico ha il piede sinistro che viene verso noi, egli indica che è in cammino verso ciascuno di noi, verso coloro a cui manca il pane dell’amore, del lavoro, di una casa, dell’amicizia, del perdono… Contempliamo la sua presenza lasciandoci amare.

 

sr. Maria Rosa Barison sjbp