Provincia Italia Centro-Nord

Riflessi di una esperienza tutta africana

Pemba - Mozambico, agosto 2007

Sono tanti i sentimenti che accompagnano questo tempo di permanenza a Pemba!

 

Arrivata il 03 agosto con il gruppo di giovani della diocesi di Biella e Gabriele mio nipote, mi sono sentita subito dentro questa realtà che sento anche mia, con la gioia e il desiderio di conoscere meglio, ascoltare di più, coinvolgermi con tanta umiltà per comprendere l’attualità del nostro carisma e la preziosità della nostra presenza in questa terra.

 

 

 

Dal 1998, anno del mio primo arrivo in questa terra, assieme a suor Dina, le cose sono molto cambiate, migliorate. I segni della globalizzazione con tutte le sue contraddizioni, hanno raggiunto anche questa terra così incantevole, ricca di risorse, di valori e purtroppo ancora così povera di mezzi.

 

Ritornare e contemplare le meraviglie di Dio, che in questi anni si sono realizzate grazie alla generosità di tante persone è motivo di riconoscenza e gioia.

 

L’abitazione della comunità delle suore Pastorelle, il centro della comunicazione, il centro Maria Madre del buon Pastore, che in questi giorni (vacanza dalla scuola)...

 

 

 ...accoglie circa 300 bambini, animati dai giovani del luogo e alcune mamme, e con loro un gruppo di giovani venuti da Biella per fare un’esperienza missionaria.

 

 

Sono loro, i bambini, che ogni giorno danno vita e colore a questa oasi nella quale possono trovare un panino, forse l’unico pasto del giorno.

 

 

 

E’ davvero sorprendente come queste sorelle, sr. Rosangela, sr. Elisa, sr. Franca e sr. Lucia arrivino a tutto (sr. Dina è in Italia per un meritato riposo), rispondendo ad ogni necessità in casa, ...

 

...in diocesi con la formazione e coordinamento della pastorale, nella radio diocesana, nel cantiere con l’accompagnamento e l’incoraggiamento, nel cortile dove ogni giorno arrivano per chiedere aiuto, assistenza, un lavoro, consiglio, famiglie, malati di AIDS, orfani…

 

E’ lodevole quanto i volontari stanno realizzando assieme ad un gruppo di giovani del luogo.

C’è Gianni, preoccupato a far crescere i muri dei capannoni che ospiteranno la falegnameria, carpenteria e meccanica, Walter e Gabriele Barison, un giovane alla sua prima esperienza missionaria, impegnati a realizzare la copertura dei capannoni e le inferriate delle finestre.

 

Giovanni, artista delle mattonelle, che si diverte a tappezzare i muri del bagno dei bambini con mattonelle di diversi colori. E questo per assicurare ai bambini che vengono al centro maggior igiene.

 

Anche quest’anno si è concluso il corso di computer, grazie alla disponibilità di Gabriele Torresan, che ha scelto di vivere con questo popolo una parte delle sue vacanze.

 

E poi… Alberto e Silvia, che stanno vivendo con noi il loro viaggio di nozze, si sono inseriti molto bene nel cammino di questa numerosa famiglia. Sì, in questo tempo siamo in 21, un bel gruppo da coordinare, sfamare, accompagnare nella conoscenza e accoglienza di questa realtà. Qui si vede l’impronta che ognuno ha lasciato e desidera lasciare, mettendo a servizio i suoi doni, capacità, creatività, sensibilità.

 

In questa bella esperienza siamo stati anche coinvolti nella celebrazione del 50° della nascita della  diocesi.

 

 

Una Chiesa che nella sua giovane storia ha sperimentato la bellezza dell’evangelizzazione da parte dei missionari, la guerra per l’indipendenza, la guerra civile, con l’espulsione di tanti religiosi/e. Anche noi abbiamo vissuto l’immediata preparazione al giubileo, collaborando con la comunità delle Pastorelle per l’accoglienza dei circa 500 persone per il pranzo nei locali dell’ex seminario, oggi università cattolica.

 

 

Bella la celebrazione di domenica 12 agosto presieduta dal vescovo dom Ernesto e concelebrata da altri 8 vescovi delle diocesi del Mozambico, molti sacerdoti e Padri di diverse Congregazioni che operano in diocesi. Molte le religiose del luogo, o invitate per la circostanza. A ricordo di questo avvenimento, accanto all’università, là dove dovrebbe sorgere la nuova cattedrale, è stata posta una grande croce in legno, portata in processione dallo stadio dove si è celebrata l’Eucaristia.

 

Non mancano in questa esperienza le occasioni per godere del clima mite di questo tempo invernale (per questa terra), che ci permette di fare delle uscite al mare o nei bairros (quartieri) che circondano la città di Pemba, riconoscendo ancora una volta le bellezze di una terra in gran parte incontaminata e i segni di una povertà che sembra impossibile cancellare.

 

Sr. Maria Rosa Barison, sjbp