Provincia Italia Centro Sud - Albania

«So in chi ho posto la mia fede»

2Tm 1,12

 

“Questo è il giorno che il Signore ha fatto per te”: questo pensiero, suggeritomi da una sorella, mi ha accompagnato lungo tutta la giornata del 7 ottobre 2011, giorno della mia prima professione religiosa tra le Suore di Gesù buon Pastore. Davvero è stato il giorno che il Signore ha preparato per me, che ha pensato per me, prima ancora che fossi formata nel grembo materno; giorno dell’Alleanza, in cui il Padre mi ha chiamato ad appartenere al Figlio, buon Pastore, con tutto il cuore, con tutta la mente, con tutte le forze. È stato un giorno vissuto tra la memoria e il ringraziamento: memoria della storia d’amore che il Signore ha scritto con me fino ad oggi, della sua fedeltà e della sua misericordia; ringraziamento per tutte le persone che mi hanno accompagnato in questo cammino testimoniandomi la tenerezza e la cura del buon Pastore, aiutandomi a crescere nella fede e nell’amore al Signore e seguendomi con discrezione e affetto.

 

Don Roberto Roveran, sacerdote paolino, che ha presieduto la celebrazione, ha ricordato nell’omelia, commentando la seconda lettera a Timoteo, come la fede sia dono trasmesso anche attraverso la testimonianza di tante persone a cominciare dalla mia famiglia. Soprattutto la processione all’inizio della celebrazione ha sottolineato questo aspetto: sono stata accompagnata all’altare dai miei genitori, in ricordo del giorno del mio battesimo, giorno in cui nella comunità ecclesiale ho ricevuto il nome con cui il Signore mi conosce e mi chiama da sempre, dalla maestra delle novizie, sr Lina Santantonio, che mi ha iniziato alla vita religiosa e dalla Superiora generale, sr Marta Finotelli, che a nome della Chiesa e della Congregazione mi ha accolto come sorella tra le suore Pastorelle: una famiglia che mi dona, una famiglia che mi accoglie.

 

 

 

Insieme a don Roberto hanno concelebrato don Gino Valeretto, sacerdote paolino, mons. Fernando Sparano, parroco di s. Bartolomeo Apostolo, di Eboli, mia comunità di origine, dove ho cominciato a fare esperienza che la Chiesa è nostra madre, e don Francesco Doronzo, vice parroco di S. Giovanni Apostolo, di Barletta, la comunità dove ho fatto i primi passi di esperienza pastorale durante il noviziato.

 

 

 

Tutta la celebrazione, come anche il momento successivo di festa, è stata vissuta in un clima molto familiare e di grande gioia, grazie all’impegno soprattutto delle sorelle di Albano. Mi sono sentita accompagnata e “avvolta” dall’affetto della mia famiglia e di tanti amici e sorelle, presenti alla celebrazione ma anche vicine a me solo con la preghiera e il ricordo.

 

Chiamata per nome, come nel Battesimo, Rosa esprime la decisione di consegnare la sua vita

per essere consacrata dallo Spirito.

 

Alla presenza della superiora generale che riceve i voti, con la mano destra sul Vangelo,

Rosa si impegna a vivere casta, povera e obbediente, secondo il carisma e la missione delle suore di Gesù buon Pastore, pronunciando la formula della professione religiosa; due sorelle fanno da testimoni.

 

Sr Marta Finotelli, superiora generale, la accoglie tra le suore di Gesù buon Pastore.

 

Sr Rosa firma il documento che attesta la professione dei voti religiosi;

firmano anche la superiora generale e le due sorelle testimoni.

 

 

Uno dei momenti più significativi che porterò con me è il ringraziamento, dopo la Professione e la consegna del Distintivo e della Regola di Vita, con il canto che riprende le parole del salmo 110: “Renderò grazie al Signore, con tutto il cuore la mia lode nel consesso dei giusti e nella sua assemblea. Egli dà il cibo a chi lo teme e si ricorda per sempre della sua eterna fedeltà e della sua alleanza”. Quale grande dono da parte di Dio sono per me questo giorno e questa vocazione pastorale, la partecipazione alla missione di Gesù buon Pastore...!

 

Sr Marta consegna a sr Rosa il distintivo  e la Regola di Vita delle suore di Gesù buon Pastore.

 

Sr Rosa con i sacerdoti concelebranti.

 

Sr Rosa con i suoi genitori, sorelle, cognato, nipoti.

 

“A te che fai la tua professione fra le Pastorelle, eccoti le anime. Siano queste la tua sete continua, insaziabile, fino alla morte, dopo la quale porterai con te il gregge che hai guidato sulla via del cielo. La prima condizione per esercitare l’apostolato è l’amore, un amore simile a quello di Gesù sulla croce: «sitio»; un amore ben determinato, non un sentimento vago. Amore vero, completo che si mette a disposizione delle anime senza nessun limite. Questo amore è il suo distintivo.” (Don Alberione alle Pastorelle)

 

Un cammino non facile ma entusiasmante per far sì che “tutta la vita sia servizio d’amore”, come mi ha detto una sorella ammalata. Un cammino di fedeltà per il quale “mi affido alla grazia dello Spirito Santo, alla protezione di Maria, madre del buon Pastore, e dei santi apostoli Pietro e Paolo e alla preghiera delle mie sorelle di Congregazione (dalla formula della Professione), in attesa di poter incontrare un giorno il buon Pastore contemplando il suo volto.

 

sr Rosa Tucci sjbp