Provincia Italia Centro Sud

Pellegrinaggio in Terra Santa

 

Dopo un’attesa di circa vent’anni si è realizzato un mio grande desiderio: andare in pellegrinaggio in Terra Santa.

 

Un gruppetto di Pastorelle: sr Antonietta Ricciu, sr Angela Parabita, sr Rosalia Pauletto e sr Rita Nardon (responsabile del centro diocesano per il turismo di Albano) con mamma Paola ed altre due signore di Albano, un gruppo più nutrito da Napoli, più alcune persone provenienti da Milano, Rimini e Roma, in tutto 36 persone – compresa la guida e il responsabile del gruppo – si dà appuntamento davanti alla cappella dell’aeroporto L. Da Vinci di Fiumicino per martedì 24 marzo 2009, ore 7,45. Siamo le prime ad arrivare al luogo dell’appuntamento; poi poco alla volta giungono altri e, quando anche chi viene da più lontano ci ha raggiunto, ci si avvia per le procedure d’imbarco, completate le quali si decolla per Tel Aviv. Sono le ore 10,19. E’ così che inizia questo viaggio tanto desiderato!

 

Qualcuno dice che, quando si va in pellegrinaggio in Terra Santa, ci si può ammalare di… ritornite. Non avete mai sentito questa parola? Lo so bene che è un vocabolo alquanto astruso ed anche nuovo (l’ho coniato or ora mentre scrivo!), ma è l’unico che esprime molto bene quello che tantissime persone  provano – me compresa, s’intende – dopo che hanno avuto il DONO di compiere questo pellegrinaggio. Si vorrebbe ritornare là ancora una, due… tante volte, perché là c’è qualcosa che non esiste in nessun altro posto al mondo, qualcosa che ti attira fortemente, che ti prende e ti penetra quasi… come una malattia: là è nato, vissuto, morto e risorto il Salvatore nostro Gesù.

 

Questa Terra, con i suoi monti e i suoi declivi, il deserto e la fertile pianura di Saron, il Giordano e il mare di Tiberiade, è stata “accarezzata” dallo sguardo umano del Figlio di Dio. E non v’è luogo che non conservi il ricordo di un evento, di un incontro o di un insegnamento del Rabbi di Nazaret che, percorrendo sentieri polverosi o attraversando villaggi e città, non abbia lasciato al suo passaggio negli anni della sua vicenda umana.

 

Come descrivere l’emozione di trovarsi a Nazaret il 25 di marzo alla grotta dell’Annunciazione, raccolti in preghiera nel luogo dove ha avuto inizio il mistero della nostra Redenzione!

 

Oppure – come è successo alla sottoscritta – poter partecipare all’Eucarestia celebrata sulla pietra del sepolcro nuovo dove è stato deposto Gesù (c’è spazio solo per quattro persone) e fare anche da “chierichetta”? Sono esperienze indimenticabili.

 

E il mare di Tiberiade, quello specchio d’acqua testimone della chiamata dei primi discepoli, di prodigi come la tempesta calmata o la pesca miracolosa, luogo abituale di insegnamento del Maestro dal cui cuore sono sgorgate e risuonate sulle sue rive le più belle parabole?

 

Essere lì significa leggere il Vangelo dal vivo, significa portarsi negli occhi e nel cuore quei luoghi e quelle emozioni. Allora, ogni volta che senti risuonare la Parola è come se il tempo si annullasse e ti ritrovi tra la folla di coloro che seguono il Buon Pastore, noncurante della pioggia o del sole, della polvere o della fame protratta per un’intera giornata, perché hai capito, e lo affermi come fece Pietro: “ Signore, Tu solo hai parole di Vita eterna”.

 

Per il gruppo, sr Rosalia Pauletto sjbp

 
 
 

NAZARET, la Basilica dell’Annunciazione: da qui la Luce Vera si è irradiata nel mondo.

NAZARET, la sacra  grotta dell’annuncio dell’angelo a Maria, nella Basilica inferiore dell’Annunciazione. Sotto l’altare è ben visibile l’iscrizione Verbum caro hic factum est.

 

NAZARET, in preghiera, davanti alla grotta dell’Annunciazione il 25 marzo, animata dai bravissimi giovani della parrocchia curata dai francescani.

Fiori e deserto di pietra: così si presenta al nostro sguardo il paesaggio nella sosta durante il tragitto da Nazaret a Gerico.

 

BETLEMME, stella d’argento sotto l’altare nella grotta della Natività con incisa l’iscrizione latina: Hic de Virgine Maria Jesus Christus natus est.

BETLEMME: altare che conserva il famoso Bambino di Betlemme nella chiesa di S.Caterina d’Alessandria, attigua alla Basilica della Natività, chiesa parrocchiale  dei francescani. Da qui ogni giorno alle ore 12.00 parte la processione fino alla Grotta della Natività e alle altre cappelle sotterranee, con canti e preghiere proprie. Anche noi abbiamo potuto  parteciparvi il 28 marzo.

 

BETLEMME, grotta di S. Girolamo: qui il santo si dedicò per anni alla grandiosa opera di traduzione della Bibbia, dandoci così quel testo che per secoli è stato in uso nella chiesa latina sotto il nome di Volgata. Questo è il luogo dove era sepolto; attualmente i suoi resti si trovano a Roma, in Santa Maria Maggiore.

Fiume GIORDANO: qui abbiamo rinnovato le promesse del nostro Battesimo.

 

TAGBA: noi Pastorelle davanti al monumento che ricorda il primato che Gesù diede a Pietro come Pastore della Chiesa universale.

GERUSALEMME: durante la Via Crucis la Croce è portata per due stazioni da noi Pastorelle.

 

GERUSALEMME:qui Giuseppe d’Arimatea “depose nel suo sepolcro nuovo, che si era fato scavare nella roccia” il corpo di  Gesù. L’attuale lastra di marmo (2,02 x 0,93) ricopre la roccia primitiva che dal tramonto del venerdì all’alba della domenica servì da letto funebre al corpo del Redentore.

SANTO SEPOLCRO, icona del Risorto in stile bizantino sulla parete della stanza mortuaria, ossia S. Sepolcro, (m. 2,07 x 1,93) sopra  il banco di marmo che segna il luogo della sepoltura di Nostro Signore.

 

Il gruppo dei pellegrini.