Rispondere alla vocazione per liberare la libertà |
Sembra non ci sia più né trama né ordito nel tessuto sociale di questo nostro tempo, in cui tutto scorre attraverso forme virtuali, che si fanno e si dissolvono in una mutazione continua, a seconda degli stati emozionali del momento; quasi una pazza corsa ad abbreviare i tempi e ad eliminare gli spazi tra un'esperienza e l'altra, senza gustarne alcuna fino in fondo. In questo contesto, intellettuale ed affettivo, di crisi della fedeltà e della stabilità, è difficile parlare di "vocazione" intesa come orientamento definitivo della propria vita: eppure senza una visione vocazionale della vita, l'esistenza umana diventa un insieme di esperienze che non confluiscono mai in un progetto, in una storia che diventa la "propria storia”.
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Veramente libera è la persona che consegna tutta se stessa nella risposta ad una chiamata specifica
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La vocazione: scelta di libertà La vocazione dice che si può realizzare il senso della vita, umana e cristiana, solo mediante una scelta particolare. E qui sta il problema. C'è, infatti, una diffusa mentalità tra i giovani generata da una paura e cioè che scegliere di rispondere ad una vocazione significhi perdere tutte le opportunità che le altre scelte offrono: la libertà non consiste forse nel conservare aperte tutte le possibilità? In questo concetto di libertà s'insinua la falsa concezione che si possa essere liberi quando si passa da un'esperienza all'altra, nella condizione di ricominciare sempre da capo, senza rischi e senza responsabilità durature, come in uno zapping perenne di spezzoni di programmi diversi. La vera libertà, invece, è quella di chi decide di consegnarsi completamente rispondendo ad una chiamata specifica: è libero chi si perde-per, chi orienta tutte le sue energie e tutto ciò che è per un progetto duraturo, che dia forma al suo volto e alla sua personalità. Occorre, perciò, educarci ed educare a liberare la propria libertà in un progetto di vita che dia spessore e qualità alla propria esistenza e che ne faccia un dono per gli altri, per la comunità umana ed ecclesiale.
La vocazione nel mistero della Chiesa Nel discorso vocazionale più generale si colloca anche quello delle vocazioni al ministero ordinato e alla vita consacrata. Una comunità cristiana sana, che esprima nella sua vita sacramentale, liturgica e caritativa la pluralità delle vocazioni, può e deve generare risposte radicali nella consegna di sé alla causa del Regno. "Per rispondere alla chiamata di Dio e mettersi in cammino - ricorda il Papa nel suo messaggio per la 43° Giornata Mondiale di Preghiera per le Vocazioni - non è necessario essere già perfetti... Le fragilità e i limiti umani non rappresentano un ostacolo, a condizione che contribuiscano a renderci sempre più consapevoli del .fatto che abbiamo bisogno della grazia redentrice di Cristo... Nel mistero della Chiesa, Corpo mistico di Cristo, il potere divino dell'amore cambia il cuore dell'uomo, rendendolo capace di comunicare l'amore di Dio ai fratelli". E l'amore di Dio all'umanità di oggi, la Chiesa può manifestarlo attraverso la complementarietà e reciprocità delle diverse vocazioni, in una relazione sinfonica che permetta ad ognuno di riconoscere nel volto dell'altro ciò che manca alla propria vocazione e dove ciascuno rinvia all'unico Signore e alla possibilità di accoglierlo nello spazio della propria libertà. Nella fiducia che il Pastore buono Gesù continua a chiamare i giovani e a suscitare in loro risposte generose, accogliamo la sua raccomandazione: "La messe è molta, ma gli operai sono pochi! Pregate dunque il padrone della messe che mandi operai nella sua messe!" (Mt 9,37).
sr. Angiolina Rossini, sjbp
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