«DE CATECHIZANDIS RUDIBUS»: UNA QUESTIONE DI CARITÀ |
3. La carità come fondamento nella relazione catechista-catechizzando
«Se poi ci annoiamo a ripetere spesso cose banali e da bambini, mettiamoci pure al livello dei bambini con amore materno, fraterno, paterno. E se saremo vicini al loro cuore anche a noi quelle cose sembreranno nuove. Così grande è infatti la potenza della simpatia che quando i nostri ascoltatori sono commossi da noi che parliamo e noi da loro che apprendono ci compenetriamo gli uni negli altri. E di conseguenza essi pronunciano per così dire, per bocca nostra le cose che ascoltano e noi apprendiamo da essi in certo modo le cose che insegniamo» (DCR 12, XVII). L'amore nasce dalla simpatia e la simpatia non è altro che uno sguardo benevolo sulla persona che incontriamo.
Anche l'amore cristiano ha come base la simpatia. E sarà questa simpatia che permetterà al catechista di non «annoiarsi» quando deve ripetere sempre le stesse cose, anno dopo anno; non solo, la simpatia gli permetterà di apprendere cose nuove da coloro ai quali insegna. È come quando, osserva Agostino, mostriamo a persone che non li avevano mai visti luoghi magnifici e belli, di città e campagna davanti ai quali passavamo oltre, senza alcun «diletto» per averli veduti troppo spesso: il nostro «diletto» si rinnova per la novità del «diletto» degli altri che li scoprono per la prima volta. «E tanto più quanto questi sono amici. Sì che, per il vincolo dell'amore, noi, in tanto sentiamo nuove anche le cose vecchie, in quanto siamo compenetrati nei nostri amici. E a maggior ragione dobbiamo provare diletto quando gli uomini si accostano a conoscere Dio stesso, Dio per il quale deve essere appresa ogni cosa da apprendere. E rinnovarci nel loro rinnovamento in modo che, se la nostra abituale predicazione è troppo fredda, si riscaldi per la novità di chi ascolta» (ibidem). |
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L'amore per i catechizzandi porterà
il catechista a interessarsi di
loro, ad essere attento alle loro
esigenze che possono essere le più
varie. Agostino porta degli esempi
che ci testimoniano la sua grande
umanità e la sua amorosa
sollecitudine come catechista.
Tra gli ascoltatori ci possono
essere delle persone trattenute da
«religioso timore» o represse da
«umana timidezza» persone che
restano impassibili perché non
comprendono quello che si dice loro
o lo ritengono di poco conto. Il
catechista, continua Agostino,
tenterà tutti i mezzi per far uscire
dal suo nascondiglio il timoroso,
per mitigare la timidezza dei
repressi, per rendersi conto
dell'intelligenza di chi forse non
capisce, per dare sicurezza ai
dubbiosi (DCR 13, XIX).
L'amore si traduce in forme diverse
per le diverse esigenze di chi è
oggetto d'amore. |
TRADUZIONI |
Pubblicato in «Via Verità e Vita» N° 138, 1992, 68-74.
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