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La Regola Pastorale di san Gregorio Magno

· Chi è san Gregorio Magno?

Breve cronologia
540 circa Nasce a Roma, in una famiglia appartenente all’antica gens Anicia. Della sua famiglia vengono venerate come sante anche la madre e due zie. Come di consuetudine in quell’epoca tra i giovani della sua estrazione sociale, intraprende la carriera politica, avendo completato gli studi di Diritto e di Grammatica.
Successivamente abbandona la vita politica e diventa monaco, trasformando il suo palazzo sul Celio in monastero (Sant’Andrea) e adottando la Regola benedettina.

579 Papa Pelagio II lo chiama al suo fianco, nominandolo diacono e inviandolo a Costantinopoli. Al suo ritorno il Pontefice lo chiama come consigliere.
590 Alla morte di Pelagio II viene eletto Papa, con largo consenso, anche di popolo. Egli si occupò della sua città - Roma era a quel tempo piagata da peste e fame -, ma ancora più importante fu la sua opera “politica” di frenare l’espansione dei longobardi e di appoggiare la regina Teodolinda contro l’eresia ariana in Oriente. Fu anche il promotore della cristianizzazione dell’attuale Inghilterra.
Fu artefice inoltre di importanti riforme, tra cui quelle della liturgia romana e del canto sacro.

604 Muore a Roma.

 

Altri dati biografici

Le opere
* Commento al libro di Giobbe. 35 libri. “Enciclopedia” su tutti gli aspetti della vita cristiana.
* Regola Pastorale. “Manuale” di pedagogia cristiana, psicologicamente acutissimo.
* Dialoghi. 4 libri. Racconti sulle vite e i miracoli dei santi italiani dei secoli V e VI. Include la prima biografia di san Benedetto.
* Omelie sui Vangeli. 40 omelie al popolo, nei primi anni di pontificato.
* Omelie su Ezechiele. 22 omelie pronunciate durante l’assedio dei longobardi a Roma.
* Lettere. Sono più di 850 e sono rivolte ai destinatari più diversi. È la prima raccolta completa delle lettere di un Papa. Ricca di informazioni sulla sua persona e sulla sua epoca.

 

Altre opere minori:

* Commento al Cantico dei Cantici

* Commento al Primo libro dei Re

Da: Tracce N° 10, novembre 2004

 

· Cos'è la Regola Pastorale?

 

Origine

Gregorio indirizza e dedica la Regola Pastorale a Giovanni, Vescovo di Ravenna, dal quale era stato rimproverato per aver voluto sottrarsi con la fuga alla responsabilità del Pontificato. Di questa fuga vuol darne la giustificazione morale, che è il presupposto, il sottofondo dal quale parte la costruzione della Regola. Gregorio sembra dire che sente vivo il contrasto tra quello che si deve essere e quello che purtroppo si è. Conoscendo quel che purtroppo si è, tenta di rifiutare quello che viene pregato di essere, non perché troppo impegnativo, ma perché non si sente degno. E’ questa paura, - coscienza del difetto, strumento inadeguato, materia sorda che resiste alla forma e all’ideale, - il dubbio e la perplessità di Gregorio. Ma questa stessa paura, è la forza, il valore etico, il momento estetico da cui esce la «Regola» e quella creatura così gregoriana del Pastore d'anime.

  

Contenuto

La santità di Gregorio Pastore si identifica con il Pastore della Regola. La Regola potrebbe essere definita il tentativo della costruzione di un pastore d’anime.

 

La prima parte espone le ragioni della sublimità dell’Ufficio di Pastore; mette in evidenza le difficoltà e i pesi. E’ la parte dei “requisiti”, delle condizioni della verifica del Pastore, con il rovescio della medaglia: cioè, i difetti e i vizi che non devono mai essere presenti, ma debbono essere evitati.

 

La seconda parte è dedicata alla vita del Pastore. Gregorio sviluppa, attraverso la molteplice varietà delle virtù necessarie al Pastore, il tema della vita del Pastore.

 

La terza parte è la pastorale dell’istruzione e della correzione. Metodo d’insegnamento e metodologia pastorale.

 

La quarta parte, brevissima, racchiude il lungo discorso delle virtù con l’umiltà.

 

Da: S. Gregorio Magno - LA REGOLA PASTORALE - Edizioni Paoline, 1978

Presentazione, pp. 5-13.

 

· Brani scelti della Regola Pastorale

 

PARTE PRIMA

1. Gli impreparati non possono assumersi la responsabilità del Magistero.

2. Non si azzardino di assumere posti di responsabilità quanti non mettono in pratica con la loro vita ciò che hanno imparato con lo studio. 

3. Responsabilità ministeriale - Disprezzare le avversità - Temere le cose favorevoli.

4. Le cure del governo spirituale e il raccoglimento dell'anima.

5. Alcuni potrebbero giovare al ministero pastorale con l'esempio delle loro virtù e invece ne rifuggono per amore della propria quiete.

6. L'umiltà consiste nell'accettare i disegni di Dio, non nel sottrarsi alle responsabilità pastorali.

7. A quelli che desiderano lodevolmente il ministero della predicazione e a quelli che vi attendono solo se costretti.

8. Coloro che desiderano il ministero apostolico per soddisfare la propria ambizione.

9. A quelli che, volendo comandare, illudono se stessi con programmi belli, ma falsi.

10. Le qualità necessarie a chi vuol arrivare al potere pastorale.

11. Chi non deve giungere al potere pastorale.

 

PARTE SECONDA

1. Condotta necessaria per colui che legittimamente è pervenuto al governo delle anime.

2. Il pastore deve essere puro nei pensieri.

3. Il pastore d'anime deve essere di illibata condotta.

4. Il pastore d'anime deve essere discreto nel tacere, utile nel parlare.

 

 

Sant'Ignazio di Antiochia

Sant'Ireneo di Lione

San Giovanni Crisostomo

 

© Suore di Gesù Buon Pastore - Pastorelle