Cosa vuol dire Paolo?
Paolo è il
‘nome nuovo’ di Saulo di Tarso, il nome che, nella
Bibbia, non è solo indicativo della persona, ma
soprattutto della missione che il Signore affida.
Paolo,
letteralmente, significa “piccolo”. In questo
caso non si tratta di “piccolo di statura”, ma in
senso evangelico.
“Piccolo”
- “piccoli” sono quelle persone a cui Dio si
rivela, secondo le parole di Gesù: “Ti benedico
Padre, perché hai nascosto queste cose ai sapienti e
agli intelligenti e le hai rivelate ai piccoli”
(Mt16,17). Ed è appunto quello
che ci dice s. Paolo della sua conversione:
“Quando a colui che mi scelse…piacque rivelare in me
il suo Figlio…” (Gal 1,15-16).
Rivelazione
che è anche per noi nella misura in cui acquistiamo
la semplicità evangelica.
Un impegno per questo anno
Conoscere o
approfondire la conoscenza di Paolo. Come? Come si
fa con gli amici: la frequentazione, l’ascolto, la
condivisione/imitazione.
- La frequentazione: incontri frequenti, lettura
frequente delle sue Lettere, della sua storia. Non
accontentarsi del piccolo brano che ascoltiamo nella
S. Messa domenicale.
- L’ascolto: quell’ascolto che significa
leggere-rileggere-assimilare la Parola e cercare di
viverla.
- L’imitazione: Paolo stesso ci invita ad imitarlo
come lui imita Gesù. Imitarlo dunque nel suo amore
per Gesù, per la Chiesa, per tutti i cristiani. Un
amore che l’ha portato a spendere tutta la sua vita
per l’annuncio del Vangelo e ad affrontare il
martirio per la fede in Gesù. L’amore che ci plasma
fino alla piena configurazione a Cristo.
Questo Anno
Speciale, sia allora un tempo favorevole per
lasciarci contagiare da san Paolo,
Discepolo/Apostolo/Missionario, innamorato di Cristo
e dell’uomo, tanto da affermare: “Non sono più io
che vivo, ma Cristo vive in me”
(Gal 2,20); e ancora: “Mi sono
fatto tutto a tutti, per salvare ad ogni costo
qualcuno. Tutto io faccio per il vangelo, per
diventare partecipe con loro…” (1
Cor 9,22-23).
sr Paola Zampini sjbp |